TARAS
Quando nel 1965 a Taranto veniva inaugurata l’Italsider si respirava entusiasmo e aria di progresso per una terra che stava da poco approcciando il lavoro industriale. Alcuni credevano addirittura nel mitridatismo, cioè che subendo l’inquinamento della fabbrica  gradualmente si sarebbero immunizzati. A distanza di decenni possiamo vedere che non è stato così, anzi, il tasso di malattia e mortalità va di pari passo alla produzione. Nel corso della sua contraddittoria esistenza l’acciaieria si è lasciata alle spalle un profondo inquinamento di suolo, aria e falde acquifere che tramite i vari scandali hanno scatenato dinamiche su più livelli sociali; a partire dagli agricoltori, allevatori e miticoltori che hanno dovuto ridimensionare o cambiare il loro lavoro a causa dei preoccupanti livelli di diossina riscontrati nei loro prodotti; passando per gli abitanti del rione Tamburi, il quartiere più vicino all’impianto nonchè il più colpito dall’inquinamento; per finire  agli operai, costretti a lavorare in un ambiente ostile, che spesso è stato anche luogo di  incidenti, a volte anche mortali. Alcuni operai tramite un incentivo all’esodo volontario proposto da ArcelorMittal hanno lasciato il loro posto in fabbrica per investire su altro.  Nel corso degli anni emerge che attraverso i decreti “Salva-Ilva” la città di Taranto si è trovata a perdere il suo valore storico e culturale a favore dell’interesse economico.

On April 10, 1965, the Italsider, a new steelworks, was inaugurated in Taranto. The citizens were excited by the new industrial work opportunities, some of them even believed in mithridatism; a constant exposure to pollutants would have made them immune. We know that it wasn’t true years after, the factory is the largest steelworks in Europe and the disease and death rate is strictly connected with its production. In Taranto we find a conflicting reality, the factory deeply polluted air, ground and groundwater over the decades, creating different dynamics in society. Farmers and mussel farmers had to cut back or even change their job beacause of the dioxin found in their products; the citizens of Tamburi district in Taranto live at 200 meters from the steelworks, this is the most polluted area of the city; the factory workers work everyday in an hostile environment, where often happen accidents, sometimes even fatal accidents. Some workers chose to leave their job joining a voluntary exodus programme and they invested in other business. Unfortunately Taranto lost its historical and cultural value because of the many “Salva-Ilva” Legislative Decrees to promote the economical interest over the years.
Ringrazio per la disponibilità: Valeria Ancora, Emanuele Battista (La Terrazza di NonnAnna), Massimo Castellana, Ignazio D'andria, Vincenzo De Marco (Casa Merini Caffè Letterario), Vincenzo Fornaro, Angela Gentile, Carla Luccarelli, Marco Marazita (Coffee Garage), Alessandro Marescotti, Francesco Panarelli (Black Blood Ink), Antonio Pavone (T-Bone 50), Stefania Petaro, Nicola Preziuso, Cataldo Ranieri e Marco Tomasicchio (A Casa Vostra), Isabella Santoro, Cinzia Zaninelli, Graziano Zoa.
Un ringraziamento speciale a Scuola Spaziotempo, Raffaele Petralla, Tommaso Parrillo, Francesco Merlini.